Lo psicologo è un professionista sanitario che ha ottenuto la laurea in psicologia, ha svolto un anno di tirocinio professionalizzante presso strutture accreditate, ha superato l’Esame di Stato e si è infine iscritto all’Ordine degli Psicologi. Si occupa di prevenzione, diagnosi, abilitazione-riabilitazione e sostegno, attività queste rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Per un approfondimento sulla figura dello psicologo leggi l’articolo in cui spiego la differenza tra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra.
Direi di cominciare subito sfatando il mito che “lo psicologo è per i matti”.
I pregiudizi e gli stereotipi che ruotano intorno alla figura dello psicologo e dello psicoterapeuta sono ancora molti. Spesso si sente: “andare in terapia è per i deboli”, “dallo psicologo ci vanno quelli strani”, “quello è pieno di problemi” e molto altro.
Molte in realtà sono le motivazioni che spingono una persona a rivolgersi a uno psicologo o a iniziare una psicoterapia. Facciamo qualche esempio : quando si sta vivendo una difficoltà di tipo personale o relazionale che causa disagio e sofferenza emotiva, quando ci si sente “bloccati” nella vita, quando non si riesce a raggiungere gli obiettivi che ci si è prefissati, quando si vuole migliorare alcuni aspetti della propria vita a prescindere che vi sia disagio o malattia, oppure quando si convive con una psicopatologia (diagnosticata o meno). Rispetto a quest’ultimo punto alcuni esempi possono riguardare persone che soffrono di disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, attacchi di panico, insonnia, disturbi da stress post-traumatico, disturbi dell’alimentazione, e molte altre condizioni ancora.
Dalla mia esperienza clinica sono due i motivi principali per cui una persona chiede una consulenza psicologica e manifesta la volontà di intraprendere una psicoterapia:
- Comprendere e ridurre il proprio stato di malessere: il focus è sul malessere, sul bisogno di ristabilire l’equilibrio psicofisico conseguente a psicopatologia.
- Comprendere e migliorare sé stessi: il focus è sul benessere, sulla crescita crescita personale e sull’accrescimento del proprio potenziale.
Per quanto riguarda il primo caso, spesso il malessere si manifesta accompagnato da particolari sintomi, come ad esempio difficoltà nel sonno, sbalzi di umore, umore depresso, alti livelli percepiti di ansia e stress, irritabilità, somatizzazioni (mal di pancia, mal di testa e altri sintomi fisici senza causa medica) e possono essere proprio questi elementi a spingerci a chiedere aiuto. In questi casi, di solito, il primo professionista a cui il paziente si rivolge è il medico di base che dovrebbe essere in grado di riconoscere che la problematica non è di tipo puramente internistico e quindi indirizzare la persona dallo psicologo/psicoterapeuta.
Altre volte, invece capita che la persona dica “ce la faccio da solo! Non ho bisogno di aiuto”, ma dopo qualche tempo, consapevole di non riuscire a tenere tutto dentro, si rivolga a un amico o a un familiare per raccontare del suo disagio sperando in una parola di conforto. Sì, è sicuramente è molto importante (se non necessario) poter fare affidamento su amici e parenti quando si passa un brutto momento, ma a volte quando il malessere è elevato al punto tale da compromettere in modo significativo la qualità della vita, fare affidamento solamente sul consiglio dell’amico può non essere sufficiente. Questi sono ad esempio i casi in cui il malessere percepito compromette la sfera personale, relazionale, sociale o lavorativa.
A questo punto è sicuramente una buona idea, oltre che essere altamente consigliato, rivolgersi ad un professionista preparato che possa aiutarvi a fare il punto della situazione richiedendo una consulenza e valutando assieme un eventuale percorso psicoterapeutico.
Rivolgersi ad uno psicologo significa prendersi cura di sé.
Mens sana in corpore sano, dicevano i latini: così come ci rivolgiamo al dentista quando abbiamo male un dente, perché non rivolgerci ad uno psicologo quando ad esempio viviamo una forte stato di ansia? Quando ci ritroviamo a far fronte ad eventi luttuosi o traumatici? Quando ci sentiamo particolarmente tristi, svogliati e inconsolabili? Quando le nostre relazioni sociali sono un disastro e ci fanno stare male?
Ricordo che l’OMS stessa definisce la salute come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente assenza di malattie o infermità” (definizione che risale al 1948). Prendiamoci allora cura anche della nostra salute mentale e sociale!
Si può perseguire questo obiettivo rivolgendosi ad un professionista della salute mentale, ad uno psicoterapeuta in questo caso. L’obiettivo della psicoterapia è proprio quello di favorire l’apertura di nuovi significati e di nuove possibilità d’azione affinché possa avvenire una trasformazione consapevole di quei modi di essere che per svariati motivi sono divenuti meno identitari e meno funzionali per la propria esistenza, contribuendo a creare terreno fertile per l’instaurarsi di disagio e malessere.
Lo psicoterapeuta quindi aiuta il paziente a migliorare la consapevolezza dei propri modi di essere nel mondo al fine di appropriarsene, permettendo alla persona di sentirsi autrice oltre che attrice della propria esistenza, con la possibilità di riprendere in mano le redini della propria esistenza.
Dott.ssa Roberta Gattolin
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